Quarant’anni dopo il Banco riscrive il finale. Lo riscrive a modo suo, evocando atmosfere impalpabili, lusingando i nuovi idiomi del linguaggio musicale moderno, ma, come al solito, senza alcun rispetto per il canone in voga. Stravolge, dissacra e ripropone in chiave nuova quello che c’è sempre stato, ma che in mano sua risuona così maledettamente nuovo.

Lo fa accogliendo un ospite d’eccezione, Franco Battiato, che regala al brano la propria voce e, in qualche modo, il proprio stile. “Imago Mundi” è fusione e contaminazione, come nella tradizione del Banco. Ma il linguaggio della musica è cambiato.

Allora non più suggestioni soltanto “progressive”, ma rap, rock, tecno, cori onirici, lingua inglese, latino e italiano: la nuova babele. Sopra ogni cosa una piccola anima che piange osservando con amarezza l’attuale immagine del mondo.

(Cry my little soul...)

Renato Meli