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Almamegretta - Wop Filoq (Radio Date: 23-03-2018)

Almamegretta - Wop Filoq (Radio Date: 23-03-2018)
ALMAMEGRETTA DUB BOX
“WOP FILOQ REMIX”

È IL PEZZO DUB/ELETTRONICO CHE PRESENTA IL NUOVO EP “ONE WORLD” FUORI DAL 23 MARZO

Un'operazione a tratti avanguardista che conserva l’esperienza del passato e diviene pertanto credibile, posizionandosi in uno spazio d’azione innovativo, generatore di lucide connessioni di significato.

Se parliamo degli Almamegretta è inutile soffermarci sul passato, soprattutto se ci troviamo nel nuovo live set di queste anime migranti. La crew napoletana ha lanciato già da un po’ un manifesto, in cui è la struttura del suono e il suo ininterrotto flusso a gettare le basi per una costruzione più libera, dove si dà più importanza alle impressioni primordiali, in una dimensione di esaltante partecipazione.
Gli Almamegretta in realtà lo hanno fatto anche dopo l'uscita dell'ultimo disco EnneEnne Dub (maggio 2017), completamente remixato da grandi dj e producer provenienti da tutto il mondo (Adrian Sherwood, Dennis Bovell, Gaudi, Vibronics, Lee "Scratch" Perry, Manasseh, Mario Conte, Dj Khalab & Mess Morize, Paolo Baldini,Albino D’Amato), mantenendo fede alla tradizione del dubbing e allo stesso tempo definendo le basi di un nuovo progetto che in questo caso ha scelto un’attitudine tipica del clubbing. Affidano infatti la produzione di questo nuovo lavoro al team di Elastica Records che mette in campo i suoi pezzi da novanta. Deleted Soul produce una tribale Black Athena, reinterpretata da Raiz con nuovo vigore. Suoni cumbia per Filoq che produce W.o.p, una versione di pura bass music di Go_dratta e per concludere una versione di Gramigna, storico brano della band partenopea, prodotta da Funsui.

Quindi un live set che si impossessa di uno spazio sonoro contemporaneo. Uno show interamente mixato, che unisce l’atteggiamento da dj alla consapevolezza sul suono; una ricerca sulle basse frequenze, tipiche di un sound system e di una versione “mista” costruita con Gennaro “T” Tesone alla batteria, Paolo Polcari alla consolle/keyboards, Salvatore Zannella alle percussioni, Raiz alla voce e Albino D’Amato alla parte dub.

Gli Almamegretta si mettono in discussione e sviluppano un nuovo sound, senza dimenticare le proprie origini musicali, né discostandosi dalla razionalizzazione della loro attuale idea sonora. Provano a fare un passo in avanti, contestualizzato nel presente. Partono dal dub e sviluppano un gioco interattivo, costruito e casuale al contempo, che destruttura l’architettura organica delle tracce, per arrivarne all’essenza. Un processo di sottrazione, sia in termini di elementi che di frequenze, dal quale si origina una successione smorzata di suoni, di voci filtrate, di arrangiamenti meno classici e pulsazioni più severe.
Un set agile e allo stesso tempo strutturato, che affonda le radici nel ritmo della madre Africa e le propaga fino ai territori del groove elettronico, analogicamente caldo e precisamente digitale, sperimentando un sistema in espansione, ossessivo, tribale e melodico. Elettronica, afro, bass. Il tutto costruito su beat pensati per la trance della musica da ballo.

Radio date venerdì: 23 marzo 2018
Pubblicazione Ep: 23 marzo 2018

Etichetta: Elastica records
Produttore esecutivo: Beppe Marzano @High Grade Entertainment
Management : beppe@highgrade.it
Booking: info@maninalto.org
Press writer: Raffaele Costantino

ALMAMEGRETTA DUB BOX:
RAIZ: vocals
PIER PAOLO POLCARI: console/keyboards
GENNARO T: drums
SALVATORE ZANNELLA: percussions
ALBINO D'AMATO: dub

BIO

Gli ALMAMEGRETTA (latino volgare per anima migrante) nascono alla fine degli anni 80 come band dedita ad una propria rivisitazione del beat e del rhythm‘n‘blues, per poi evolvere velocemente, con l’arrivo di Raiz, e poco più tardi di Paolo Polcari verso una personalissima cifra stilistica fatta di dub, reggae, funk elettronica e pop, messa a bagno nel calderone infinito della musica popolare del sud italia e napoletana più in particolare, costrutto meraviglioso che li impone, sin dal primo extended play di 4 brani “Figli di Annibale” (del 1992) come uno dei nomi di punta nel rinnovamento della musica italiana avvenuto negli anni 90.
L’album Animamigrante, che segna l’incontro con D.RaD, raccoglie le nuove composizioni insieme a rivisitazioni delle tracce già presenti nell’EP, è il disco che convince definitivamente anche i più scettici della validità dell’ensemble (vince la Targa Tenco come miglior album d’ esordio). Ma è nel 1995 che gli Alma pubblicano il loro primo capolavoro, Sanacore, (altra Targa Tenco, stavolta come migliore album in dialetto), che riceve consensi unanimi in patria e fuori. L’album, registrato a Procida e mixato a Londra da Adrian Sherwood, boss dell’etichetta inglese On-U Sound, viene apprezzato ovunque in patria ma soprattutto in Inghilterra, dove i membri di band coeve, di larga popolarità (Massive Attack, Asian Dub Foundation, Zion Train, Leftfield), sorelle non solo per questioni di scelte stilistiche ma anche per vedute antropologiche e culturali, intessono con i membri degli Alma relazioni personali di grande stima reciproca e di collaborazione. Il video del singolo Nun Te Scurda’ tratto dall’album è girato da Pappi Corsicato. I Massive Attack chiedono agli Alma uno dei remix della loro celebre Karmacoma, che, oltre ad essere inserita in un prezioso singolo di remix in cui la versione Napoli Trip spicca per l’intensità del cantato di Raiz e per gli intrecci stilistici utilizzati, verrà poi inclusa dal terzetto inglese nell’antologia Singles. Raiz stesso partecipa con un featuring all’attesissimo secondo album dei Leftfield.
Dopo l’album Indubb, dove le migliori canzoni della band vengono rivisitate nel linguaggio agli Alma più consono, il dub di origine giamaicana, la band approda in Bmg dove dà alle stampe “Lingo”, che diviene disco di platino nel 1998 e sdogana definitivamente la band anche sui media più tradizionalmente conformisti come le radio e la televisione. Black Athena, il primo singolo, va in piena rotazione sulle tv videomusicali, impone anche nella comunicazione visiva la fisicità ed il viso di Raiz, propone interrogativi e provocazioni intellettuali di cui si discute, che non passano inosservati e che guadagnano al gruppo uno status inossidabile di band che mira anche alle menti di chi vuole ascoltare e non solo alle gambe. Gli Alma sono presenti ovunque con concerti frequentatissimi, dove la band mostra la propria potenza live, cosa che fa accrescere l’apprezzamento anche presso gli artisti pop che vanno per la maggiore in Italia. Pino Daniele chiederà collaborazione per l’album “Dimmi cosa succede sulla Terra”, restituendo contributi sull’album, assieme a Pasquale Minieri, Eraldo Bernocchi, Bill Laswell ed altri.
Anche Gramigna, altro potente singolo funk, contribuisce a portare agli Alma pubblico ai concerti, consensi unanimi e ulteriore vendite di un disco che supererà dunque le fatidiche centomila copie.
A bissare questo successo, appena l’anno dopo e prodotto dagli Alma stessi, ecco “4/4” che, come suggerisce il titolo, espande le intuizioni di Lingo e le estremizza indirizzandosi verso le piste da ballo, quelle più evolute, che mischiano e sanno mischiare musica da ballo ed impegno, intrattenimento ludico e forte coscienza critica sociale, un po’ come avviene anche in Inghilterra nello stesso periodo. 4/4 è un disco eccellente, che non propone singoli potenti ma diluisce l’impasto per tutto il disco, del quale fanno parte anche le canzoni più accessibili e giocose del gruppo come “Sempre”, che uscirà anche su singolo ed “OreMinutiSecondi”. Tra gli ospiti l’incredibile cantante tuvaense Sainkho Namtchylak.
Il 2001 è l’anno di Imaginaria, con cui il gruppo si aggiudica per la seconda volta la Targa Tenco per il miglior disco in dialetto (e la terza Targa in assoluto) e la cui copertina vince l'"Italian Grammy Awards" per il miglior progetto grafico. E’ un’altra opera che racchiude pietre preziose di grande luminosità come la titletrack, cavalcata elettrica affascinante, “Fa Ammore Cu ‘Mme”, e che contiene anche “Mergellina 70”, uno sguardo attuale ma zeppo di rimandi stilistici ad una sorta di immaginario telefilm di inseguimenti e malavita ambientato nel golfo di Napoli. A capodanno suonano a Piazza del Plebiscito di fronte ad oltre 70.000 persone. E la città capoluogo del sud è anche lo sfondo di “Venite! Venite!” l’album dal vivo del 2002 che segna il divorzio dalla Bmg.
Mentre Raiz affronta il primo dei suoi tre album solisti che lo vedranno protagonista tra il 2003 ed il 2009 (Wop, Uno e YA!) la band incide “Sciuoglie ‘e cane” (2003) e si trova a doversi confrontare con la tragica perdita di uno dei suoi straordinari elementi, D.RaD, al secolo Stefano Facchielli, unico membro romano della band, che muore nella notte del 1° novembre 2004, in seguito ad un incidente stradale. La bontà del lavoro di dubmaster ed inventore di suoni di Facchielli è testimoniata dalla chiamata in tour da parte di Ligabue proprio per i concerti di quella estate. A seguito di questo accadimento la band pubblica un “instant cd” intitolato “Sciuoglie ‘e cane live 2004”, con le ultime testimonianze dell’opera di D.RaD dal vivo.
Nonostante questo il gruppo si ricompatta e nel 2006, con collaboratori di vecchia data quali Mario “4mx” Formisano al basso e Fefo Forconi alla chitarra, fa uscire un disco quasi completamente strumentale, il secondo della sua storia, intitolato programmaticamente Dubfellas e si prepara per l’uscita di Vulgus, che vede il ritorno alla voce di Raiz (in un brano) e i contributi di Neil Perch dei britannici Zion Train, di Julie Higgins (Princess Julianna), Horace Andy (Massive Attack), Lucariello, Peppe Lanzetta, Piero Brega e di altri ospiti. E’ il 2009 e di lì a poco partecipano, con Raiz, all’eccezionale docu-film Passione di John Turturro. Il progetto Passione, trasformatosi poi in uno spettacolo live, prosegue tuttora e mette in scena la crema della musica napoletana degli ultimi 50 anni, con tre generazioni a confronto.
Nel 2010 esce Dubfellas Vol.2, un album che mette in primo piano l’approccio sperimentale e di ricerca tipico del dub, che si avvale della collaborazione di Neil Perch (Zion Train) e dell’apporto vocale di Marcello Coleman, di Julie Higgins aka Princess Julianna e di Raiz. Nel 2011 la band riprende la strada per un pugno di concerti che mirano a festeggiare i venti anni trascorsi assieme sui palchi e che, naturalmente, provocano talmente grande interesse e richieste da costringere gli Alma ad allungare il numero di date e a prolungare il tour (in Italia e all’estero) fino alla fine del 2012.
Durante questo periodo ricominciano a progettare musica assieme e a comporre nuovi brani. Intanto a dicembre 2012 arriva l’invito a far parte del cast del Festival di Sanremo 2013 firmato da Fabio Fazio. Al Festival presentano “Mamma non lo sa” e “Onda che Vai”, quest’ultima firmata per l’occasione dall’amico Federico Zampaglione. Questi due brani coprodotti insieme a Max Casacci (Subsonica) diventano i primi due estratti di un nuovo album (il primo nella formazione originale dopo 10 anni) dal titolo “Controra”. Uscito il 28 maggio con la coproduzione artistica di Gigi De Rienzo e la collaborazione di Enzo Gragnaniello e James Senese, l’album viene salutato da critica e pubblico come un convincente ritorno. Ne segue un importante tour che copre tutto il paese durante l’estate del 2013.
Nel 2014 la band suona con lo spettacolo “Almamegretta in The Sanacore Dub Live Session” nei maggiori festival italiani arricchendo la line up con il percussionista Salvatore Zannella.
A giugno 2015, per Elastica Record, esce una nuova release, pensata in particolar modo per le dance hall, dal titolo “Not In My Name”. All’interno l’omonimo singolo e una serie di remix curati proprio dalla scuderia di Elastica (Numa crew, Antiplastic, Deleted Soul, Paolo Baldini e deDUBbros) che accompagnano la versione originale con versioni dubstep, dub e suoni di altri mondi.
Nell’estate del 2015 dividono il palco in alcune occasione con il vecchio amico Adrian Sherwood, alla luce di questa nuova “connessione” con il producer di “Sanacore” decidono di affidare proprio a Sherwood il missaaggio del nuovo album. Il lavoro che ne verrà fuori si chiama “Ennenne” (il riferimento è Nescio Nomen con la cui sigla venivano connotati i figli di genitori ignoti).
Il disco esce in forma totalmente autoprodotta e con la distribuzione di Goodfellas nella primavera del 2016. E’ un album crudo, immediato, che sintonizza nuovamente gli Alma con il suono che più li ha caratterizzati negli anni. L’impatto immediato e coinvolgente di una dub live band. Le canzoni contenute nel disco sono convincenti ed affrontano come sempre temi ricchi di contenuti. Il risultato è una candidatura al Premio Tenco, ed un ritorno della band a suonare dal vivo nella formazione e con l’attitudine originale e davanti al pubblico di tutta Italia.
Appendice del lavoro è una versione dub dell’album (Enneenne Dub) che viene remixato dalla band in collaborazione con Paolo Baldini e con il prezioso apporto esterno del meglio della scena internazionale (Lee “Scratch” Perry”, Dennis Bovell, Adrian Sherwood, Steve VIbronics, Gaudi, Mario Conte, Nick Manasseh tra gli altri). L’uscita dell’album viene curata direttamente in collaborazione con il pubblico della band attraverso il canale di crowdfunding Musicraiser, la produzione di High Grade Management e l’esclusivo concept grafico studiato da Anticamera delle Arti Studio. La campagna di crowdfunding si conclude con un successo e l’album vede la luce nel maggio del 2017. Segue una stagione di concerti durante i quali la band propone un set ancora più teso verso la sperimentazione del dub, con un occhio ancora più attento al dancefloor.

Contatti e social

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#almadubbox





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