Dalla periferia al Quartiere Trieste, i Malpensa si incontrano in una soffitta di un edificio che affaccia sui tetti di Roma, contornati dagli alberi di una delle ville più antiche della città. Vedono costantemente passare gli aerei sopra le proprie teste, per la vicinanza con l'aereoporto dell'Urbe. Sognano il cielo e pensano costantemente ad un modo per volare. Da lì l'idea di scegliere il nome di un aereoporto, che non rappresentasse soltanto il tema del viaggio come esperienza di arricchimento culturale e personale, ma che contenesse al suo interno il duplice significato di pensare male. Nei loro testi cercano infatti di nascondere dei significati dietro le parole, lasciandoli all'interpretazione e alla captazione dell'ascoltatore. All'interno del loro singolo di debutto, "Ypsos", troviamo una tempesta di ricordi annebbiati dal presente, tra frammenti di serie televisive e film cult che riecheggiano dal passato martellanti come il coro di un ritornello che, nella sua tribalità, vuole ricordare il folklore di una notte passata in una discoteca dell'omonima Ypsos, una spiaggia di un'isola greca nel mare Ionio. "Una notte da leoni", in cui non si voleva fare altro che andare via per seguirsi ovunque, perché "stare insieme è il nostro status-quo".
