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Stefano Masini - Ora che vivo a praga (Radio Date: 13-01-2015)

Stefano Masini - Ora che vivo a praga (Radio Date: 13-01-2015)
"Dove non c'è nessuno" è un disco d'esordio sorprendente, dove la canzone
d'autore incontra nuove sonorità, il tutto condito da una rara sensibilità
letteraria e poetica, diversi registri percorrono le tredici canzoni,
scritte e interpretate da Stefano Masini.

Stefano Masini, nato in Svizzera ma vive da sempre in provincia di Treviso,
Laureato in Lettere Moderne, giornalista, è stato per diversi anni cronista
televisivo, in gioventù ha suonato in vari gruppi e da allora compone
canzoni, finalmente raccolte in questo album dove sono riarrangiate,
insieme a brani di nuova composizione.

Ha realizzato numerosi video, in particolare per la scuola e per brani
musicali del cantautore Alberto Cantone (dei suoi album "C'era un sogno per
cappello" del 2008 e "Il viandante" del 2014).

Nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo "le scarpe dell'allenatore", un
giallo ambientato nel mondo del calcio locale, che ha frequentato con
passione.

C'è quello più prettamente autoriale in "Tanti anni dopo" e nel
romanticismo ai tempi del low cost in "le tue rose" o restando in alta
quota, nel "peso dell'acqua", la confessione di un alpinista in mezzo ai
ghiacci.

Di confessioni ce ne sono diverse, già nel titolo in "confessioni di sk"
(serial killer o santa Klaus?) tra i brani più scuri, come "la peste",
rilettura attualizzata di Camus o il trascinante rock d'annata di "Sul
treno per Belgrado", tra psicoanalisi e Trieste.

Il disco viene da nordest e la mitteleuropa si sente anche nella ballata
"Ora che vivo a Praga", che cita il Kafka di Murakami, c'è la straziante
confessione di una madre in "La luce del tramonto" o quella disincantata di
"amori che finiscono" e c'è la denuncia, surreale ma molto reale, in
"l'ultimo giorno dell'anno" che parla del G8 di Genova senza nominarlo mai,
c'è in "notte di guerra", la confessione "al rallentatore" di due
combattenti su opposti fronti.

Trova posto anche la chiave comica, con il paradossale "cugino che vive a
Londra" e con l'auroironica "cinquanta" ("troppo vecchi per esser giovani,
ma non ancora anziani...") composta a quattro mani con Alberto Cantone,
pilastro della "scuola trevigiana" della canzone d'autore (innumerevoli
collaborazioni nel panorama cantautoriale italiano), produttore artistico
dell'album insieme al chitarrista Michele Palmieri che, in due anni di
intenso lavoro, ci ha messo tutta la sua poliedrica anima rock, una dozzina
le collaborazioni dei musicisti, a cominciare da quelli che furono la base
ritmica e gli archi degli Aut, sofisticata band "made in Treviso", che finì
nel mirino di un certo Andrea Chimenti...
Dario Riva (Latlantide)
12-01-2015
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